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REFLUSSO GASTROESOFAGEO: i consigli del Dott. Cattaneo e della dott.ssa Martino

REFLUSSO GASTROESOFAGEO

Nella Casa di Cura Villa Serena una giornata di screening gratuito

 

Venerdì 30 novembre 2018 la Casa di Cura Villa Serena promuove una giornata dedicata alla prevenzione del reflusso gastroesofageo. Appuntamento nella clinica di Cassino di Corso della Repubblica, 204, dalle ore 10.00 alle ore 17.00.

I dottori Gina Martino, specialista in gastroenterologia ed endoscopia digestiva, e Domenico Cattaneo, specialista in chirurgia dell’apparato digerente ed endoscopia digestiva, effettueranno visite e consulti gratuiti a tutti coloro che ne vorranno sapere di più in fatto di prevenzione dei principali problemi legati al nostro apparato digerente.

Il reflusso gastroesofageo è quella spiacevole sensazione di bruciore e talvolta dolore dietro lo sterno, o la sensazione di “risalita” in gola di ciò che resta del cibo. Una malattia piuttosto diffusa (ne soffrirebbero circa 4 italiani su 10) caratterizzata dal ritorno dei succhi gastrici dallo stomaco all’esofago.  Si presenta se la valvola inferiore dell’esofago (sfintere esofageo inferiore) si rilascia quando non dovrebbe (rilasciamenti inappropriati) o nei casi di scarsa motilità dell’esofago o ancora in presenza di ernia iatale. Tra fattori predisponenti c’è la genetica, il sovrappeso e l’obesità, il diabete, il fumo, la gravidanza, la dieta alimentare squilibrata e scorretta, l’abuso di farmaci antinfiammatori non steroidei, alcuni ipertensivi, benzodiazepine, broncodilatatori a lunga durata.

Il reflusso gastroesofageo viene oggi considerata una malattia sociale. – spiega il dottor Domenico Cattaneoè molto diffusa e dipende da diverse situazioni: alimentari, socio-sanitarie, ambientali. Oltre ai sintomi esofagei collegati al reflusso, negli ultimi quindici anni consideriamo molti altri sintomi extraesofagei ascrivibili alla patologia come la rachicardia, l’abbassamento di voce. Questo è dovuto ad esempio all’aspirazione di vapori acidi durante la notte. Proprio per la natura diversa di questi sintomi la prima diagnosi viene spesso eseguita da altri specialisti, come l’otorinolaringoiatra o lo pneumologo. Oggi – continua lo specialista – possiamo contrastare il reflusso con farmaci inibitori di pompa che servono proprio per combattere l’acidità. Spesso questo reflusso è alcalino per il quale non riusciamo a trattare in maniera precisa i sintomi. Si ipotizza una terapia chirurgica che però non ha una costanza di risultati che, sovente, durano un numero limitato di anni. È per questo importante inquadrare la patologia e seguirla con attenzione.”

Il reflusso gastroesofageo è una condizione che si può controllare con i farmaci ma che si può altrettanto prevenire seguendo alcuni preziosi consigli.” – spiega la dottoressa Gina Martino che specifica qualche consiglio di prevenzione:

  • Perdere peso e ridurre il girovita può aiutare mentre spesso i pazienti pensano che mangiare carboidrati allevi i sintomi mentre alla fine produce solo un incremento di peso
  • Evitare pasti troppo abbondanti soprattutto la sera e aspettare un po’ prima di mettersi a letto dopo aver mangiato
  • Pasti ricchi di grassi come le fritture che rallentano lo svuotamento dello stomaco possono scatenare il reflusso;
  • Non fumare. Oltre al fumo anche gli alcolici sono da ridurre;
  • Tra i cibi sono da evitare il cioccolato, il caffè e poi gli “alimenti acidi” come pomodori o agrumi ma anche la lattuga dotata di fibre lunghe che possono risultare ostiche durante la digestione»;
  • Vietato il chewing gum perché masticare ripetutamente fa ingerire molta aria e stimola la produzione di acido da parte dello stomaco
  • Cercare di evitare lo stress che favorisce il reflusso perché aumenta la produzione di acido e contrae le pareti muscolari dello stomaco.
  • Correggiamo la postura e impariamo a respirare ed infatti scoliosi e cifosi o altri disturbi che limitano il movimento del diaframma aggravano il reflusso gastrico

 

Se tali sintomi non migliorano con le suddette regole – conclude Martino – è opportuno un approfondimento diagnostico con un esame gastroscopio con cui siamo in grado di valutare la dilatazione dello sfintere esofageo inferiore e il danno procurato alla mucosa esofagea dalla risalita di acido dallo stomaco in esofago terminale.”

 

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